lunedì 23 novembre 2009

Diventare grandi

Luca ha 14 anni.
Io l'ho conosciuto da poco, è arrivato in palestra con un paio di ginocchiere anni '90 ereditate da una mamma che forse ha giocato in seconda divisione, le scarpette da tennis e una bottiglietta di acqua gasata da mezzo litro; l'accappatoio e le ciabatte no, perché non conosceva ancora nessuno e, si sa, per la doccia con il resto della squadra bisogna sentirsi almeno parte di quella squadra...
Luca non aveva mai giocato a pallavolo se non a scuola, ma si sa anche che a scuola non ti insegnano più nulla ormai...
Luca non aveva mai provato uno sport di squadra, ed era stanco di fare delle vasche in piscina o di fiaccarsi il braccio tra diritti e rovesci senza mai poter dare un cinque a nessun compagno.
Luca, l'altra sera, ha fatto 2 ore e mezza di palleggio e muro, rispondendo con un sorriso alle correzioni e colorandosi le guance ai rari complimenti.
Fuori c'era la nebbia, cadevano due gocce e faceva un freddo becco, ultimo ad uscire dagli spogliatoi gli ho chiesto come mai tutta quella comodità: ormai era ora di cena e di sicuro nel parcheggio lo stavano aspettando; lui mi ha risposto che no, stasera è venuto da solo in bici e che quindi poteva prendersi tutto il tempo che voleva, tanto i compiti li aveva finiti.
"Ma fuori è buio e c'è freddo, carichiamo la bici in macchina e ti allungo a casa io, tanto ci passo davanti..."
"No, grazie, ho il fanalino e la giacca tiene bene. E poi fare una pedalata mi fa bene alle gambe...salto così poco!!!"
Nei mesi ho imparato che Luca può aver tutto quel che desidera un ragazzino, dalla play station ai pantaloni da 200 Euro, dal motorino al cellulare touch screen; ma la cosa straordinaria è che lui quello che desidera se lo prende già, lasciando tutto quello che non gli interessa agli altri.
Se vuole, la volpe, all'uva ci può arrivare.

lunedì 16 novembre 2009

Le lenzuola della domenica

Ti svegli, ma sai che puoi rimanere ancora quanto ti pare in quell'angolo di caldo che ti sei creato.
Ascolti fuori, alla fine speri che piova, non tanto per una ragione in particolare, solo perché sai che tanto non hai nulla da fare ed allora ti concedi il vezzo di pensare all'umida nebbia di novembre che questa volta assolutamente non ti toccherà. Annusi l'aria, magari ci trovi proprio quel profumo di caffè di cui qualcuno ha cantato, o scritto, ma tanto che differenza fa? Mal che vada quando ti alzi la moka la metti su da te.
La mia domenica mattina vorrebbe essere così, ma anche se m'impegno, anche se mi ci metto con tutta la buona volontà (o la fantasia), appena guardo l'ora mi accorgo di essere cascato in un ritardo matematico, di dover correre per lavarmi, vestirmi e mettermi in macchina, e poco importa se l'orologio del telefono segna le otto-e-diciotto.
E allora corro, mi lavo mi vesto e mi butto in macchina, e quella pioggerellina che prima poteva sembrare una dolcissima illusione diventa una maledetta realtà, una realtà che riga il parabrezza assieme ai tergicristalli frusti che non mi ricordo mai di cambiare; almeno il caffè me lo concedo, anche se non sarà di moka, ma un banale espresso da bar.
Le lenzuola della mia domenica restano sempre disfatte e mentre torno a casa la sera so che sono lì che mi aspettano.

Fredde.

lunedì 9 novembre 2009

Quando la memoria tira brutti scherzi...

E' passato quasi un anno, giorno più giorno meno.
Avevo dimenticato la password ed aprire un nuovo account mi sembrava irrispettoso, così ho dovuto aspettare.
Ed alcuni di voi con me...
Adesso che sono ritornato dovrei avere l'imbarazzo di scegliere gli argomenti di cui scrivere, in 350 giorni ne succedono, no, di cose? Certo, ma nessuna che meriti di essere raccontata, e soprattutto nessuna che meritate di leggere.
Di sicuro manterrò la splendida abitudine di scrivere di getto, senza pensare troppo a quali parole sto mettendo in fila, ma per favore non chiedetemi a quali episodi od a quali argomenti mi riferirò, perché ancora non mi è dato sapere.
A no, ecco, una riflessione è già pronta...
A dire il vero, sulle prime, questo blog non mi è mancato molto: i soliti lettori non mi chiedevano aggiornamenti ed io non avevo assolutamente l'esigenza di cercare nel cassetto della scrivania il foglio con tutti i vari codici pin, pw, ibam vari (non fate tanto i furbi che anche voi ce l'avete un foglio così...), e questo perché? Bhè la risposta è davvero facile facile: ero nella fase di assuefazione da social-netuorch. Sì, Facebook soddisfaceva ogni mia esigenza di "socialità" telematica, in più tra un video uplodato da Youtube e la raccolta delle zucche di FarmVille, potevo addirittura ciattare, e mantenendo monitorato in maniera serratissima qualsiasi cosa facesse-pensasse-scrivesse il mio vicino di banco della seconda elementare, nell'attesa di trovare, finalmente, l'occasione giusta per sbugiardarlo di quella volta che, con un trucco infame, mi soffiò il ruolo di Zorro nella recita rigorosamente auto prodotta di Carnevale (la cosa triste è che tutto ciò quello che avete appena letto, dall'inizio alla fine, risponde alla vera verità).
In sostanza FaceBook ha ucciso il mio blog, anzi no, ma ne ha seriamente compromesso la salute. Almeno fino a questa sera.
Sicuramente la mia dignità non ne esce bene da questa riflessione: seppur io mi senta tuttora un ragazzo (a colori) ho quasi 36 primavere, e dovrei aver altro cui pensare...del resto mio padre, alla mia età attuale, aveva un figlio di 9 anni da crescere!
...E da consolare perché il suo vicino di banco gli aveva appena soffiato il ruolo di Zorro alla recita di Carnevale...

martedì 25 novembre 2008

Ghiaccio mentale

Me lo sarò chiesto un'infinità di volte, è una di quelle domande che ti saltano in mente quando meno te lo aspetti, quando stai facendo qualcosa di estremamente impegnativo o di assolutamente inutile, sei lì, e tutto ad un tratto: TAC!, ti viene in mente e non sai il perchè, e neanche puoi farci niente...

L'ultima volta mi è successo proprio questa sera, mentre tornavo verso casa in macchina, nel cruscotto due dee jay lofi che parlavano per frasi fatte, in tasca un pacco di fazzoletti di carta che si fa sempre trovare chiuso al momento sbagliato e nel telefono una chiamata da aspettare... quand'ecco che fa capolino, come se fosse la cosa più naturale del Mondo, tra i miei pensieri sul domani, spostandoli a spallate ed occupando prepotentemente la mia testa: qual'è il posto più freddo?

Ora,
voi sorridendo mi farete notare quanto piccola possa essere la testa di una persona, se un pensiero come questo può arrivare ad "occuparla prepotentemente", avrete anche sicuramente ragione, ma tant'è, quindi così me la tengo (a Dio piacendo, è chiaro...).

Fatto sta che questa volta, e non chiedetemene la ragione, sono riuscito a trovare la risposta.
A pensarci bene non è una risposta difficile, si poteva sicuramente trovare prima, ma già il fatto di aver risolto uno dei dilemmi più pressanti per l'umanità, credo, meriti tutta la vostra considerazione.

Il posto più freddo è molto più vicino di quanto non potessimo lontanamente immaginare, è proprio lì, ad un passo da noi, è ai lati delle strade, e anche la neve lo sa...

mercoledì 5 novembre 2008

Pensieri confusi

Stanotte non riesco ad addormentarmi.
Non c'è un motivo preciso, non ce n'è e basta,mi giro nel letto, cambio posizione cercando quella più comoda, più conciliante, rivivo minuto per minuto il mio martedì...nulla da fare.
Accendo la radio, o meglio ascolto DJ in streaming mentre scrivo, magari tra poco arriva Sabbiolino che magari ci faccio due parole...
E chissà cosa avrebbe da raccontarmi? Del resto ormai sono le 2 e il suo giro l'avrà anche quasi finito... Piccole storie forse, piccoli drammi o grandi gioie.
Solo adesso mi rendo conto che ultimamente sto correndo un po' troppo veloce, arrivo quasi sempre in tempo, è vero, ma quante cose mi perdo?
Certo che anche lui non è molto professionale...non credo che abbia qualche codice deontologico cui attenersi, ma un po' di buon gusto...
Come dite?
Come chi è Sabbiolino?!?!?
Lo gnomo che ti mette la sabbia negli occhi per farteli chiudere...
ma quant'è che non siete bambini?
Io 5 minuti...ma domani rimedio.
Vabbè, buonanotte...

lunedì 6 ottobre 2008

Vivere

"Mi sa che debbo proprio andare...Non ce la farò mai con 'sti ritmi ad arrivare a maggio..."

Poi però stacco il notebook dalla presa di casa, lo infilo nella mia borsa Tucano verde (regalo dei ragazzi per il mio 31° compleanno), infilo tuta e scarpe ginniche, monto in macchina e via, anzi no... torno su, lo faccio a botta sicura, tanto lungo le scale mi verrà in mente cosa ho dimenticato, perchè dimentico sempre qualcosa, ormai è quasi un rito...uno dei tanti...

Alla fine, ripensandoci, la mia vita è sempre stato un rimbalzare di qui e di là, un provare a fare tutto quello che posso, un accettare tutto ciò che mi vien proposto...

Ho proprio detto bene, ho azzeccato in pieno il concetto...

Così, e forse SOLO così, mi sento davvero vivo.

E allora ci siamo, arrivo, un attimo solo che faccio un salto a recuperare le chiavi, le ho lasciate sulla scrivania...

venerdì 26 settembre 2008

La vera ragione

Ti risvegli il mattino dopo e senti male anche solo a pensare; muovi appena le gambe sotto le coperte e milleduecentocinquantaquattro aghi ti pungono ovunque.
Le spalle e il collo ti fanno spere che per tutta la giornata urleranno di dolore, protestando perchè li costringerai sostenere la testa.
Le piante dei piedi iniziano a contrarsi spasmodicamente e anche lì, nell'incavo tra pollice ed indice della mano, qualcuno ti ha messo un morsetto che preme forte.

Sono 7 anni che ho smesso di giocare, per un sacco di motivi, perchè ormai le mie ginocchia mi stavano per lasciare, perchè la mia povera spalla non avrebbe potuto continuare così e, come disse il dottore, -Bisogna stare attenti e pensare che un giorno non la dovrò usare per schiacciare...-, perchè nonostante i 27 anni e qualcosa era giunto il momento di mettermi alla prova come allenatore, perchè il viale del tramonto si percorre a piedi nudi, quindi meglio lasciare quando si è al massimo...
Tutte ottime ragioni, credo, ma vi assicuro che preparare la borsa da allenamento in fretta e furia (scordandosi puntualmente gli slip di ricambio, ma poi sentirsi liberi e belli non è tanto male), prendere la macchina e mettere su un bel cd carico, arrivare in spogliatoio e ascoltare, tra uno "strap" di nastro e l'altro, le zannate dei due "giovani" compagni di squadra seduti nei posti vicino al tuo, l'odore dell'olio all'arnica (indispensabile da ottobre a maggio alla nostra età), fare commenti sulla squadra femminile che ha la palestra prima di noi è davvero impagabile.

Forse sono questi i motivi per i quali amo tanto questo sport, sono queste le ragioni che da ormai 20 anni mi fanno rimbalzare come una pallina di un flipper da una palestra all'altra.

Ma adesso lasciatemi in pace, solo per un attimo per favore, voglio godermi ancora per qualche minuto questi dolorini che non mi fanno respirare.