Da studente di scuola superiore potevo ritenermi decisamente fortunato (per la verità anche come studente universitario...) perchè non mi dovevo alzare all'alba per arrivare a scuola in tempo per l'inizio delle lezioni: da portone a portone 1'50'' netti...Alboreto is nothing...
In quel minutoecinquanta, però, avevo spesso la possibilità di ripassarmi l'interrogazione o il compito in classe; ripensare a modo a cosa dire alla compagna di banco, al prof. di anatomia, oppure semplicemente di cazzeggiare.
Quando, assorto nei miei pensieri coprivo la distanza che rimaneva, iniziavo a calciare un sassolino, a portarmelo avanti fino al cancello d'entrata...mi faceva compagnia, mi teneva impegnato il "giusto" per non cadere in para... prima di entrare lo nascondevo in un angolino del marciapiede e così lo ritrovavo all'uscita.
Con la fine dell'esame di maturità avevo anche dimenticato quel sassolino, fino a lunedì scorso, quando ripercorrendo quel minuto e cinquanta di strada, senza pensarci, ho preso a dar calci un pezzo di mattone, ma non per un motivo preciso, giusto per far qualcosa...
L'illuminazione è stata pressochè immediata, quel gesto è stato estremamente evocativo.
Adesso le cose son cambiate (ci credo...in 15 anni si spera che cambi qualcosa no?), i ruoli son cambiati...ma ancora una volta mi riscopro lo stesso ragazzino che da calci a pietre (forse solo perchè la raccolta differenziata della latta ha tolto i barattoli dalle strade) mentre va a scuola.
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1 commento:
non ho commenti particolari da lasciare alla tua simpatatica storiella al tuo bel racconto, ma semplicemente mostrarti che qualcuno passa di qua e leggendo gradisce.
cia cia yo baby !!!
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