venerdì 26 settembre 2008

La vera ragione

Ti risvegli il mattino dopo e senti male anche solo a pensare; muovi appena le gambe sotto le coperte e milleduecentocinquantaquattro aghi ti pungono ovunque.
Le spalle e il collo ti fanno spere che per tutta la giornata urleranno di dolore, protestando perchè li costringerai sostenere la testa.
Le piante dei piedi iniziano a contrarsi spasmodicamente e anche lì, nell'incavo tra pollice ed indice della mano, qualcuno ti ha messo un morsetto che preme forte.

Sono 7 anni che ho smesso di giocare, per un sacco di motivi, perchè ormai le mie ginocchia mi stavano per lasciare, perchè la mia povera spalla non avrebbe potuto continuare così e, come disse il dottore, -Bisogna stare attenti e pensare che un giorno non la dovrò usare per schiacciare...-, perchè nonostante i 27 anni e qualcosa era giunto il momento di mettermi alla prova come allenatore, perchè il viale del tramonto si percorre a piedi nudi, quindi meglio lasciare quando si è al massimo...
Tutte ottime ragioni, credo, ma vi assicuro che preparare la borsa da allenamento in fretta e furia (scordandosi puntualmente gli slip di ricambio, ma poi sentirsi liberi e belli non è tanto male), prendere la macchina e mettere su un bel cd carico, arrivare in spogliatoio e ascoltare, tra uno "strap" di nastro e l'altro, le zannate dei due "giovani" compagni di squadra seduti nei posti vicino al tuo, l'odore dell'olio all'arnica (indispensabile da ottobre a maggio alla nostra età), fare commenti sulla squadra femminile che ha la palestra prima di noi è davvero impagabile.

Forse sono questi i motivi per i quali amo tanto questo sport, sono queste le ragioni che da ormai 20 anni mi fanno rimbalzare come una pallina di un flipper da una palestra all'altra.

Ma adesso lasciatemi in pace, solo per un attimo per favore, voglio godermi ancora per qualche minuto questi dolorini che non mi fanno respirare.

venerdì 19 settembre 2008

...e figli maschi...

Domenica convola.

E, da sposato, non sarà più la stessa persona.

Anche se ultimamente non è che abbimo avuto molto tempo da passare assieme (qulache volta si, ma giusto qualche serata...) sento che non lo guarderò più con gli stessi occhi; anch eimpegandomi (o impegandosi) non sarà più l'amico da prendere in giro, qualche volta da "insultare", non sarà più quello a cui raccontare o col quale scambiarsi opinioni (o a cui chiedere consiglio) in macchina davanti a casa sua alle 4 del mattino...

E' inevitabile, gli anni passano, e più si va avanti più è facile che arrivi qualcuno e ti porti via le persone che hanno condiviso con te parte del loro tempo.

In realtà proprio quando lo davo per perso si è creata una nuova, incredibile, occasione, vedremo se saremo bravi nel sfruttarla a dovere!



Intanto non posso che augurare al mio amico Torre tanta felicità e ricordargli che domenica sarà un figurino col suo abito scuro, cravatta e il fascione di seta intonato, ma che un giorno della sua vita precedente, si è fatto vedere in giro così.

martedì 9 settembre 2008

Le 36 mosse K.C.

La Cina va di gran moda.

Ma non è per questo motivo che ho intrapreso la lettura de "I 36 stratagemmi", l'ho fatto a ragion veduta, su valido consiglio, e perchè non è un libro da leggere senza soluzione di continuità: ogni sera mi faccio una capitoletto e poi ritorno, sempre con la testa acrobaticamente incastrata nella testiera del mio letto (comodo proprio zero...), al romanzo di turno...

A parte la pretenziosa filosofia zen di cui è impregnato, propone soluzioni sagaci, anche se qualche volta davvero basse, a situazioni belliche dell'antica Cina che hanno però molti punti di contatto con la nostra vita quotidiana.

Adesso facciamo un gioco.

A che serve attraversare il cielo?
Come si crea qualcosa dal nulla?
Perchè la cicala dorata lascia il suo guscio?
Ma soprattutto in che altro modo si può definire il clamore ad Oriente per attaccre ad Occidente?