lunedì 16 novembre 2009

Le lenzuola della domenica

Ti svegli, ma sai che puoi rimanere ancora quanto ti pare in quell'angolo di caldo che ti sei creato.
Ascolti fuori, alla fine speri che piova, non tanto per una ragione in particolare, solo perché sai che tanto non hai nulla da fare ed allora ti concedi il vezzo di pensare all'umida nebbia di novembre che questa volta assolutamente non ti toccherà. Annusi l'aria, magari ci trovi proprio quel profumo di caffè di cui qualcuno ha cantato, o scritto, ma tanto che differenza fa? Mal che vada quando ti alzi la moka la metti su da te.
La mia domenica mattina vorrebbe essere così, ma anche se m'impegno, anche se mi ci metto con tutta la buona volontà (o la fantasia), appena guardo l'ora mi accorgo di essere cascato in un ritardo matematico, di dover correre per lavarmi, vestirmi e mettermi in macchina, e poco importa se l'orologio del telefono segna le otto-e-diciotto.
E allora corro, mi lavo mi vesto e mi butto in macchina, e quella pioggerellina che prima poteva sembrare una dolcissima illusione diventa una maledetta realtà, una realtà che riga il parabrezza assieme ai tergicristalli frusti che non mi ricordo mai di cambiare; almeno il caffè me lo concedo, anche se non sarà di moka, ma un banale espresso da bar.
Le lenzuola della mia domenica restano sempre disfatte e mentre torno a casa la sera so che sono lì che mi aspettano.

Fredde.

1 commento:

pavon ha detto...

eccomi puntuale come promesso !
era ora che dimenticassi per 5 min. il fottuto FB.
ben fatto e che tu possa stimolare nuovamente i ns. neuroni.
cia yo