lunedì 23 giugno 2008

Calci di rigore

Alla fine è sempre la stessa solfa.

Provi a giocare con le spalle coperte, fai catenaccio e contropiede (o, come si dice adesso "ti affidi alle ripartenze"), lasci che i tuoi avversari tengano la palla, facciano mille passaggi, permetti che ti imbriglino a centrocampo nella loro ragnatela e provi ad infilarli in velocità, caso mai dovessero distrasi nel momento sbagliato. Intanto il tempo passa, e la lotteria dei rigori si fa sempre più vicina, ora come ora il ragionamento che chi guarda questa partita potrebbe fare è che crediamo di essere certi di avere tra le mani il biglietto vincente...tutti sanno però, che nel futuro non c'è memoria.

Questa metafora calza a pennello.

Personalmente interpreto la correlazione muro/difesa come un fondamentale d'attacco...

Ha ragione Donadoni: "E' da sciocchi andarsene per un calcio di rigore".

1 commento:

pavon ha detto...

credo che il discorso di Donadoni sia più ampio, altrimenti noi saremmo i campioni del mondo degli sciocchi.....credo che tutto abbia una logica, o quasi. le montagne russe dei rigori (preferisco questo termine) indicano lo stato mentale di una squadra: 2 anni fa a berlino la mentatilità era good, vincente, mentre qua non lo è stata dall' inizio.
E poi come in tutte le cose ci vuole anche un po di fortuna per riuscire, cmq non voglio trovare una logica al calcio che proprio lui logica non ha.